Storia di Sheruan: la guerra in Iraq e la morte sfiorata, Cagliari e una vita nuova
Dall’Iraq all’Italia. L’orrore della guerra e la speranza ritrovata in Sardegna. “Ho vissuto la guerra, l’ho vissuta tutta, ma ho deciso di scappare quando ho visto la morte in faccia”. Gli occhi di Sheruan Khalaf Abbo, 28 anni, iraqeno arrivato a Cagliari a soli 21 anni, sono lucidi quando ricorda quei momenti, la brutalità e la crudeltà del conflitto. Si trovava a scuola e stava sostenendo l’esame di maturità quando hanno fatto irruzione diversi uomini armati facendo strage di decine di persone, davanti ai suoi occhi.
“Mi sono spaventato molto e credevo di morire quel giorno”, racconta Sheruan come se la ferita fosse ancora fresca, di quello che rimarrà un ricordo indelebile nella sua memoria, che lo ha persuaso a scappare dal sua Paese. “Quando sono riuscito ad andare via, non sono più rientrato in Iraq”, racconta. È arrivato a Milano, poi Bolzano quindi la Germania, infine il ritorno in Italia per richiedere asilo politico. È stato a Varese e da lì è stato trasferito a Cagliari, allo Sprar (sistema dj protezione per richiedenti asilo e rifugiati) .
Anche lui, come Sultany Jovid, nella nostra Isola ha iniziato a lavorare vendendo i giornali in spiaggia, e dopo poco tempo si è dato da fare per trovare più di un’occupazione. Ha iniziato a lavorare in un ristorante come lavapiatti, successivamente è diventato un aiuto-cuoco, cuoco e un pizzaiolo. Nel frattempo, partendo da zero e frequentando tutti i corsi, è diventato un istruttore di sub. Ma nonostante i suoi impegni lavorativi, Sheruan è sempre pronto a dare una mano d’aiuto a chi è meno fortunato di lui.
“Nel tempo libero faccio volontariato all’ospedale microcitemico”. Nella nostra terra Sheruan si è rifatto una vita, ha una compagna (sarda), si è preso la patente, ha una macchina nuova e progetta di cambiare casa e mettere al mondo dei bambini. Ma nei suoi occhi si legge la nostalgia di casa. “Non vedo i miei genitori da dieci anni e vorrei tanto riabbracciarli, ma l’ambasciata italiana in Iraq, nonostante il nullaosta italiano, non ha intenzione di farli partire, da noi si ottiene tutto sotto pagamento”.
da Tiscali.it
Segnalato da:
Alessandra Serra
Alessandra Serra
Categories: Segnalazioni
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