Troppi calciatori di colore in Italia per Sacchi? Noi rispondiamo con l’Afro-Napoli United
Il calcio dovrebbe rappresentare una forma d’ integrazione tra diverse etnie, un mezzo di lotta contro il razzismo sia in campo che sugli spalti, e forse questo Sacchi lo ignora. Ne sa invece molto in merito Antonio Gargiulo, presidente dell’ Afro-Napoli United, squadra di calcio iscritta al campionato di seconda categoria Figc e nata proprio con l’intento di mettere in luce il principio secondo il quale lo sport deve essere anche un veicolo per l’insegnamento di valori sociali ed etici ed uno strumento per abbattere i tabù razziali.
Gargiulo spiega che le parole di Sacchi siano da condannare in quanto il calcio è cambiato molto negli ultimi 50 anni e che le città, prima che le squadre, ormai siano multietniche. Il suo progetto calcistico nasce proprio dalla volontà di creare una forma d’integrazione tra ragazzi migranti, rifugiati e ragazzi napoletani. Ad Ottobre 2013, in seguito alla modifica di alcune norme che limitavano l’accesso dei migranti ai campionati federali dilettantistici, la squadra multietnica si è potuta iscrivere al campionato di terza categoria.
L’ Italia è indietro in tema d’integrazione rispetto agli altri paesi Europei dove anche il tesseramento risulta meno complicato. In un momento critico come questo – in cui molti migranti perdono la vita sui barconi nel tentativo di approdare a Lampedusa – ci si dovrebbe magari interrogare su come risolvere questo fenomeno piuttosto che su quanti giocatori di colore abbia o meno una squadra di calcio. L’ Afro-Napoli in questo momento rappresenta un progetto concreto per chi del calcio vuole soprattutto farne una possibilità di vita migliore.
Monica Capo
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