“Vivo con sei profughi, i miei vicini leghisti mi aiutano”. La storia di un professore di Treviso, Antonio Silvio Calò
“Quando io e mia moglie Nicoletta abbiamo detto che volevamo ospitare dei profughi a casa nostra, alla prefettura di Treviso ci hanno guardato esterrefatti. Da quattro giorni viviamo con sei giovani africani accampati in taverna e siamo felici, persino i nostri vicini leghisti vengono a portare cibo e vestiti per loro”.
Antonio Silvio Calò, cinquantaquattrenne professore di storia e filosofia al Liceo Classico Canova di Treviso, è un caso unico. Mentre in tutta Italia politici, sindaci e prefetti si accapigliano sulla difficile gestione dei richiedenti asilo, Calò e la sua famiglia hanno deciso di passare al concreto. E così hanno aperto la porta della loro villetta di Camalò di Povegliano, a pochi chilometri dal capoluogo, a sei ragazzi sbarcati nelle scorse settimane in Sicilia: due nigeriani, due ghanesi e due gambiani. Tutti dai 19 ai 30 anni.
Qui il video da la Tribuna di Treviso
Matteo de Mayda
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