Quell’odore di persone che fuggono dalla morte per inseguire la vita
Stanotte ho incrociato con gli occhi lucidi il racconto di un uomo… Emanuele…
Ad emozionarmi non è tanto stata la descrizione di quei poveri Cristi in cerca di dignità e libertà: le immagini e gli umori di questo esodo biblico traspirano in continuazione, da ogni dove, e non mi hanno mai lasciato indifferente. Ad avermi dato sconquasso è la forza di questa istantanea istintiva sul come la vita di un uomo possa cambiare dentro quando ci si trova faccia a faccia, senza filtri, con il dramma di altri uomini, di donne e di bambini.
Sono certo che Emanuele non dimenticherà quei pochi istanti in cui lui, transitante per quella stazione in direzione di un letto su cui riposare, ha incrociato il destino di chi, con un neologismo, è definito ‘profugo transitante’, diretto verso posti dove poter far riposare (e per sempre) il proprio calvario terreno. I destini si sono evidentemente separati subito, ma la traccia che rimette in discussione e ribalta le proprie certezze di uomo libero e ‘privilegiato’ (con l’inevitabile bagaglio di pregiudizi e chiusure) resta. Resta ‘quell’odore di persone che fuggono dalla morte per inseguire la vita’. Cambia la prospettiva.
Stefano Ciancio
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