Dall’Africa alla Valtiberina aggrappati a un pallone: così nasce il sogno del Real de Banjul
Si fanno chiamare ‘Black Scorpions’ e usano divise regalate dalle squadre locali: «Abbiamo rischiato la vita per arrivare». L’allenatore: «Vorrei iscriverli al campionato ma serve uno sponsor».
Da Umbria24.it
Senza famiglia Poi c’è Alfie, arrivato nel luglio 2014 in Italia, paese di cui si è subito innamorato: «Qui mi trovo molto bene, sto imparando bene la lingua, ho passato l’esame di italiano col voto di 54/60. Anche il mio, come quello di tanti altri ragazzi, è stato un viaggio lungo per arrivare in Italia dal Gambia, un viaggio con tante soste, tanti morti e il mare: sopravvivere per giorni in quei barconi è stato davvero un miracolo. Mi manca molto la mia famiglia». C’è anche chi attendeva un fratello con gli sbarchi dell’aprile del 2015, ma il parente non è mai arrivato, morto in quella tragedia con altre 700 persone. Questi ragazzi, tutti giovanissimi, vogliono solo lavorare ed avere un futuro, che sia in Italia o in Europa non importa, basta che riescano a cancellare dalla loro mente la guerra, i morti nei barconi. Vogliono solo tornare a vivere.
Ivano Porfiri
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