Migranti – Valigia Blu

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Stanotte ospitiamo una famiglia di profughi eritrei, papà, mamma, bimba, cognata e altra bimba, sono persone spaventate, ma tanto, e confuse, arrivati con un sacchetto del supermercato e un libro per bambini come unico bagaglio, che non capiscono che cavolo ci fanno in questa casa in mezzo alla campagna quando hanno da raggiungere i parenti altrove. Hanno attraversato il mare sui famigerati barconi, sono stati sballottati come pacchetti, visitati, rivestiti, rifocillati, sono magrissimi e la paura non riesce ad allontanarsi dai loro occhi. Per una stupida incomprensione linguistica sono scappati da qui per andare... boh ... Non sanno neppure dove sono qui. C'è voluto l'intervento di un loro connazionale per calmare il loro timore e convincerli a tornare. Ora hanno cenato e sono andati a dormire, ma prima, finita la cena, la piccina di circa tre anni è venuta a farmi cucù dalla porta della cucina. Ho fatto anch'io cucù e lei è scappata ridendo. Rideva capite? È stato bellissimo perché finalmente anche la mamma e la zia hanno fatto un bel sorriso, i bambini sono meravigliosi e potenti e tutti noi dobbiamo ricordarci ogni giorno che i profughi non sono un'entità astratta ma persone tante, singole, sofferenti persone. Laura Ciceri

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