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Messina. La storia di una bellissima amicizia nata insegnando italiano a giovani extracomunitari

Andata in pensione nel 2012 (per quanto ci si prepari, è sempre un trauma perché implica un cambiamento radicale) decisi che non avrei mai potuto smettere di fare l’insegnante. Così scrissi poi nella bio di Twitter: insegnante per tutta la vita non per presunzione ma per amore.

Credo davvero che sia così. Chi è stato per 38 anni in quel mondo non può smettere di amarlo. Mi rivolsi allora ad associazioni di volontariato per capire se potevo essere ancora utile offrendo tempo ed entusiasmo a ragazzi in difficoltà. La ricerca è stata lunga e laboriosa e talora sconfortante per vari motivi, lungo e complesso spiegarli e non credo sia il caso.

Per un anno ho operato in una struttura della città poi però sono sorti problemi non so bene di che natura per cui si è dovuto smettere. La struttura è stata proprio chiusa. Durante quell’anno mi ero occupata di ragazzi di origine extracomunitaria che incontravano difficoltà di inserimento nella comunità e a scuola problemi con la lingua. È stata un’esperienza bellissima perché mi sono sentita davvero partecipe di un’umanità spesso sofferente, con alle spalle realtà complesse di emarginazione e sfruttamento. Nonostante ciò, però, mi ha colpito il loro entusiasmo verso la vita e il loro desiderio di conoscere nuove realtà e far conoscere le proprie culture senza essere discriminati.

Mi sono sentita persa dopo la chiusura del centro ma per fortuna i buoni rapporti stabiliti con alcuni ragazzi si sono mantenuti; in tal modo è stato facile continuare ad aiutarli direttamente da casa. Ora ho 3 ragazze (due ragazze e un ragazzo) che seguo. Ho con loro un rapporto bellissimo, facciamo lunghe conversazioni, parliamo di libri, di usanze, di religione, di guerre ma anche di feste, dei primi palpiti d’amore, di amicizie, ci arricchiamo a vicenda.

Io mi sento ancora utile e sono felice quando sorridono, quando acquisiscono un termine in più, quando mi raccontano i loro sogni e le loro speranze. Mi sembra d’aver ritrovato l’essenza più pura di me stessa e del mio “mestiere”, cosa che avevo perso, ahimè, negli ultimi anni d’insegnamento per varie ragioni. A me pare un bel modo pr vivere la vecchiaia e spero di poterlo ancora fare. Un piccolo piccolissimo granello di sabbia in un mare di indifferenza se non di cattiveria. Penso però che storie come la mia (anzi più grandi) siano molte e che il cuore dell’umanità è più grande di quanto non appaia.


Segnalato da:
Paola

Categories:   Segnalazioni

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